SICILIA: Capolavori a rischio
ANTONINO BENCIVINNI
11/03/2006, La Repubblica, Palermo


Le frequenti mostre d'arte danneggiano i dipinti. I trasferimenti di opere da un museo all'altro o da una collezione a una galleria possono riservare sgradevoli sorprese. Come è capitato alla "Madonna dei Pellegrini" del Caravaggio tornata indietro danneggiata dalla mostra milanese intitolata "Caravaggio e l'Europa" Repubblica ha ora sollevato il caso relativamente al "Seppellimento di Santa Lucia" del Caravaggio. Parliamo del problema con il vicedirettore dell'Istituto centrale del restauro, Giuseppe Basile.

«Le mostre di opere arte fatte in quantità industriali — risponde Basile — rappresentano una malattia gravissima chiamata "mostrite" che rischia, se non vi si pone freno, di lasciare tracce indelebilmente negative sulle nostre più preziose opere d'arte. L'aspetto più inquietante di questo triste fenomeno è che le opere che girano sono sempre le stesse, quelle che garantiscono un ritorno di immagine e di introiti privo di imprevisti perché di mano di artisti, per vari motivi ben noti anche ad un pubblico non particolarmente informato».
A che tipo di mostre allude?
«Quasi sempre si tratta di esposizioni che non hanno assolutamente lo scopo di consentire il progresso degli studi o comunque la migliore conoscenza di un autore, di una scuola, di un'epoca: una inchiesta condotta lo scorso anno dal "Giornale dell'arte" ha dato come risultato che delle più di 300 mostre di opere d'arte effettuate in Italia nel 2004 almeno l'80per cento mancava di qualsiasi motivazione culturale. È noto anche che tra gli artisti più "gettonati" c'è proprio Caravaggio, indubbiamente aiutato in questo dal suo essere diventato, e non da ora, un tipico oggetto da romanzo, tanto che tuttora si continuano a sfornare libri sulla sua personalità irruente e sulla sua morte misteriosa e così via».
Si riferisce a qualche fatto in particolare?
«A nessuna opera d'arte credo sia mai capitato quello che è successo al "Seppellimento di Santa Lucia" del Museo Bellomo di Siracusa: l'assessorato regionale siciliano alla Cultura chiede all'Istituto centrale del restauro di revisionare il dipinto a circa 30 anni dal restauro condotto dallo stesso Istituto. La consegna all'Icr avrebbe dovuto avvenire alla chiusura della mostra su "L'ultimo Caravaggio", cioè nella primavera del 2005. L'opera invece viene inviata alla mostra torinese su "II Male" e solo alla metà di luglio viene portata all'Istituto. Qui vengono iniziate le osservazioni e le indagini preliminari ed in particolar modo quella relativa alla tensionabilità della tela di supporto, dato che essa appariva piuttosto allentata, con ogni verosimiglianza anche a causa dei frequenti spostamenti e cambiamenti di condizioni microclimati-che. Improvvisamente e senza nessun preavviso, però, a fine settembre, l'opera viene richiesta per la mostra di Milano (e successivamente avrebbe dovuto raggiungere anche Vienna, cosa che poi non ha avuto più luogo). L'Istituto fa presente l'impossibilità di aderire alla ichiesta avendo iniziato il monitoraggio del tensionamento della tela di supporto e per circa un mese riesce a fare valere le sue buone ragioni nonostante e pressioni di ogni tipo». Che cosa avvenne dopo?
«Quando da parte dell'Ente di tutela siciliano [l'opera è di proprietà del Fec, il Fondo edifici culto) arriva per la seconda volta l'ingiunzione di lasciare partire l'opera per la mostra milanese allora non si può che eseguire, non senza avere fatto rilevare ulteriormente l'incongruità di una decisione che va contro le più elementari norme di comportamento, quelle cioè che non consentono di "strappare" un paziente alle indagini diagnostiche in corso. Il disaccordo con quella decisione fu resa anche pubblica mediante una lettera inviata dalla direttrice, Caterina Bon Valsassina, al "Sole 24 Ore" e pubblicata il4 dicembre 2005».

L'opera è stata ora riconsegnata all'Istituto centrale di restauro?
«Nient'affatto, nonostante l'ordine in tal senso da parte del Fec. Alcuni organi di stampa si sono chiesti dove si trovi il dipinto. Verrebbe da dire che piacerebbe saperlo anche a noi, tanto più che dalla lettera del Fec è ormai trascorso un mese e pertanto la data da noi indicata per la restituzione, settembre 2006, diventa sempre più difficile da mantenere: o forse lo si tiene in riserva per altre non innocue ma di certo, dato il periodo, ancora più fruttifere "scampagnate"?».