Don Milani  
     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Don Milani lingua cultura e scuola
con antologia di scritti linguistici  

prefazione di Giorgio Pecorini,

Edizioni Della Battaglia, Palermo 1999, pagg. 151

Il volume presenta un’ampia introduzione in cui vengono analizzati, in modo originale e con riferimento puntuale agli scritti di don Milani, la sua concezione di ‘povero’, la sua posizione politica, le diverse accezioni con cui usa il termine ‘cultura’, il suo modo di insegnare la lingua, pregi e limiti della sua esperienza educativa.

Il volume è corredato, inoltre, da un’ampia antologia di scritti linguistici di don Lorenzo – ordinati secondo un chiaro schema interpretativo e suddivisi in cinque capitoli, ognuno preceduto da una breve introduzione esplicativa - tratti dalle sue opere e dagli inediti recentemente recuperati e pubblicati, alcuni dei quali dallo stesso Pecorini.

Un’appendice, in cui vengono indicate brevi notizie su quanti, tra i più rappresentativi, ebbero rapporti col Priore di Barbiana, completa il libro che, scrive significativamente Pecorini nella sua prefazione, "è il primo costruito attorno al nodo che sta al centro della figura e dell’opera di quel prete-maestro-cittadino: il nodo delle sue contraddizioni".

 

 
 

Dalla prefazione di Giorgio Pecorini:

    Con tutti i libri scritti su don Lorenzo Milani, questo…è il primo costruito attorno al nodo che sta al centro della figura e dell’opera di quel prete-maestro-cittadino: il nodo delle sue contraddizioni. Che sono oggettive, e tante. Antonino Bencivinni le inventaria tutte: quelle politico-sociali,, quelle cultural-educative, quelle pastoral-religiose.

 Dal settimanale  “Avvenimenti” del 20 febbraio 2000, p. 74

“Se i poveri facessero gruppo a sé potrebbero significare qualcosa. Ma non lo fanno. Anzi i figli di papà li accolgono come fratelli e gli regalano tutti i loro difetti”. Così scrive nelle sue Esperienze pastorali  don  Lorenzo  Milani.  Alla  sua figura  complessa e  ricca  di  contraddizioni – sulle quali si sofferma nella prefazione Giorgio Pecorini, cercando di ricondurle non senza ragione ad una concordia discors -, alla ricostruzione filologica della sua posizione politica, culturale, pedagogica e pastorale è dedicato questo secco, serio e documentato saggio. Proprio il capitolo del rapporto tra don Milani e la politica è il più interessante, teso a mostrare un don Milani in evoluzione (verso sinistra) ma allergico ad ogni strumentalizzazione della sua figura. Lui era ‘scomodo’ anche per i comunisti – che furono tra i più pronti a stimarne l’attività e le idee -: sognava antiintellettualisticamente (da intellettuale strutturatissimo) un’autoconsapevolezza e un autogoverno dei poveri. Libro pregevole. (Silverio Novelli).

Dal Giornale di Sicilia del 14 gennaio 2000, p. 42

    Bencivinni, insegnante di storia e filosofia nei licei e pubblicista, ha già scritto tre intensi saggi sulla figura di don Milani (1923-1967). In quest’ultimo lavoro egli, riconosciuto studioso dell’opera e del pensiero del sacerdote fiorentino, affronta gli aspetti controversi del personaggio attraverso l’analisi degli scritti più impegnati. E il libro appare – come rileva nella prefazione Giorgio Pecorini – “costruito attorno al nodo della figura del prete-maestro-cittadino: il nodo delle sue contraddizioni”. Bencivinni passa in rassegna l’azione di don Milani, il suo restare prete di ortodossia inattaccabile, il suo operare nella società a prezzo di sofferenze e persecuzioni anche quando fu colpito da un male inesorabile. (Giuseppe Quatriglio).